Dopo aver visitato antiche dimore, chiese e castelli giunge il momento di farsi rapire dai sapori della nostra terra e di assaggiare la torta che li racchiude tutti: la TORTA ISABELLA.

Questa delizia nasce dal desiderio di una giovane pasticciera piossaschese, nota con lo pseudonimo di “I Dolci di Babette”, di fondere i prodotti dell’antica gastronomia di Piossasco in un unico dolce speciale.
Al suo interno riconoscerete l’HORTUS GLOR, il liquore tipico di Piossasco, realizzato con garofani, calamo, cannella, sandalo, ambretta, tonke e vaniglia, ingredienti che, secondo l’antica ricetta, provenivano da paesi lontani.
Come una corona, sulla superficie della torta ritroverete i SANGIORGINI, biscotti simili alla tradizionale Pasta di Meliga e arricchiti con l’uvetta che ne garantisce la morbidezza.
L’impasto è a base di CIOCCOLATO e NOCCIOLE, anch’essi prodotti tipici delle nostre terre.

A questa torta deliziosa, noi di Corona Verde di San Vito, abbiamo dato il nome, Isabella, e ne abbiamo scritto la storia in sonetto perché il buon cibo locale è espressione della cultura di un luogo, quella che amiamo raccontare ai nostri visitatori. Crediamo infatti che attraverso la gastronomia sia possibile conoscere una città e le sue genti, le sue tradizioni e le sue produzioni, le sue credenze e le sue usanze, in breve il suo patrimonio culturale.

“La storia di Isabella vogliam raccontare e questa è la torta per lei ricordare,
lei giovane e bella di nobil casata, De Folgore Piossasco a vita era nata.

Aveva l’età di andare a marito ma perfido piano avevano ordito
il nuovo patrigno, con Carlo suo figlio, che alla sua dote miravan con piglio.
Per questo Isabella sulla torre esiliata, guardando la piana ahimè sconsolata
soffriva le pene di far matrimonio, col suo fratellastro e non Marcantonio,
che pure di Carlo era cugino, e un giorno conobbe svenendo in giardino,
e quando poteva andando alla fonte, chiamata la Brinda ai piedi del monte,
vedeva far guardia giovane e aitante li su sul bastione di Porta a Levante.
Prendeva al castello un fiasco di vetro, dal leccio, a sinistra, andava a San Pietro,

scioglieva i capelli dai biondi riflessi con passo elegante saliva al De Rossi,
di lì sulla destra la strada scendeva financo alla porta che lui difendeva.
Passava solare e un po’ timorosa, alzava lo sguardo cercando i suoi occhi

lui a terra lasciava cadere una rosa, che lei raccoglieva e celava tra i fiocchi.
E per convolare col vero suo amato, chiamò a sua difesa insigne avvocato,
con fare deciso sostenne il suo amore, difese la causa con piglio ed ardore
sì oppose decisa a quel matrimonio e in fin coronò col bel Marcantonio.
E furon gli sposi uniti nel rito, che si celebrò in chiesa a San Vito,
si fece nel Borgo la festa più bella, con musica e cori in Elisabetta cappella,
in casa Lajolo ci fu un gran banchetto, per tutto il giardino e pur nel boschetto
e sulla seduta nel bosso tagliata fu il bacio più lungo fra lui e la su amata.
La torta che stai qui per mangiare, Babette ha ideato per far ricordare
che questo è un luogo di storia e di amori che puoi ritrovare in dolci sapori
e noi Ciceroni vogliam raccontare perché questi luoghi tu possa ammirare.”